Finale Emilia è una piccola città,
circa 16.000 abitanti, al limite
estremo della provincia di Modena,
direttamente confinante con le
province di Bologna e Ferrara.
Nata come borgo intorno al Mille, fu
fortificata dai modenesi nel XIII secolo.
(Liberamente tratto da : "Guida illustrata del centro storico e del territorio" - ed.1996 - foto : Dott.Guido PIANZI) |
(provincia di Modena)
Il fiume Panaro, che dal secolo XIII
al XIX attraversò la città (detta per
questo "Piccola Venezia degli Estensi"),
ne favorì, con la navigazione
commerciale e militare, lo sviluppo e
caratterizzò,con piene ed inondazioni,
la vita degli abitanti.
Nel 1402 il marchese Nicolò III d'Este
affidò i lavori per la costruzione del
"Castello delle Rocche" all'architetto
Bartolino Ploti da Novara.
Situato al centro della città, il castello
era fiancheggiato su un lato dal
fiume Panaro, mentre gli altri tre lati erano
circondati da un fossato.
Adattato a residenza degli Estensi con
interventi del 1425 dell'architetto
Giovanni da Siena, divenne proprietà comunale
nel 1864 e fu sede, sino alla metà
del Novecento, delle carceri mandamentali.
Dopo secoli di dominio Estense, Finale Emilia
ottiene nel 1779 il titolo di Città da
Francesco III duca di Modena.
Finale cambia il suo ruolo di importante città
d'acqua, con la deviazione del fiume Panaro,
avvenuta alla fine del 1800. L'agricoltura
diventa cardine delle attività economiche locali
e tale rimane sino agli inizi del 1970
quando, in località Ca'Bianca, nasce il
Polo Industriale.
Città culturalmente "viva" , è ricca di
Associazioni di Volontariato e culturali (es.
"I Conestabili del Finale").
Le specialità alimentari sono quelle tipicamente emiliane, mentre l' "ANICIONE" (distillato alcoolico di anice) e la "SFOGLIATA" (detta anche "TORTA degli EBREI" o "TIBUIA") sono prodotti tipicamente finalesi. Quest'ultima è decisamente unica : farina di frumento, strutto e tanto formaggio grana... ma con una ricetta segreta. Segreta, come narra la storia, sino al 1861 quando tal Mandolino Rimini, ebreo convertitosi al cattolicesimo, pensò bene di svelarne la ricetta ai cristiani, per vendicarsi del disprezzo manifestatogli dagli ebrei, suoi precedenti correligionari e detentori di questo secolare segreto. Uno scrittore Finalese : Giuseppe PEDERIALI
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